Il Duomo di Matera è una di quelle architetture romaniche che sanno inserirsi perfettamente nel territorio. Si tratta infatti di un luogo che ricorda i celebri Sassi, per la sobrietà della facciata e la semplicità delle sue decorazioni.
Trionfo del romanico: la facciata del duomo di Matera
A parte il celebre rosone, sono presenti 4 grandi colonne che rappresentano gli evangelisti e 12 colonne più sottili che ricordano gli apostoli. Questi pochi elementi, insieme a qualche bassorilievo, danno alla chiesa un aspetto austero, tipico del periodo in cui fu costruita. Al contrario dell’interno, infatti, la facciata del Duomo di Matera è rimasta esattamente come ha voluto il suo promotore, Papa Innocenzo III, nei primi decenni del 1200. Questo permette di inserirla nel contesto dei Sassi di Matera e nella più ampia collezione di edifici romanici distribuiti in tutta la regione Basilicata.
Il duomo di Matera e il suo rosone, vero gioiello
A campeggiare sulla facciata del duomo di Matera è proprio il rosone a 16 raggi, sormontato dall’Arcangelo Michele che scaccia il drago. Entrambi gli elementi sono importanti per la simbologia della chiesa e per la spiritualità cristiana. Il rosone, simbolo della luce divina che penetra la chiesa e illumina i fedeli al suo interno, è diventato un elemento chiave dei gioielli Ellius, tanto da ispirare la collezione “Rosoni”.
Indossarlo in un anello, in un bracciale, come charm o come eleganti gemelli per una camicia maschile significa portare con sé il legame con il capoluogo lucano. Legame che si esprime nei cattolici come in coloro che non praticano la religione. Oltre al significato spirituale, infatti, c’è anche quello artistico della chiesa più importante di Matera e del suo ruolo nel punto più alto della città. La presenza così vicina dell’Arcangelo Michele nel suo atto di sottomettere il drago ha anch’essa una valenza simbolica. Il drago è per la religione cristiana una rappresentazione di Satana, schiacciato dalla potenza del Vangelo. Può essere visto però anche come un esempio del popolo della Basilicata che affronta le difficoltà del territorio e ne esce vittorioso.
La bellezza della cattedrale di Matera all’interno
Se la facciata e il rosone sono celebri a tutti gli abitanti e ai viaggiatori che hanno Matera nel cuore, l’interno della cattedrale non potrebbe essere più diverso. Pochi sanno che, al contrario dell’aspetto esterno, la cattedrale di Matera all’interno conserva testimonianze e opere artistiche dei periodi più disparati. Dopo la sua costruzione, infatti, la parte interna ha subito numerose variazioni e ristrutturazioni per diventare oggi un tripudio di barocco e di opulenza. Accanto a stucchi e ori dei secoli più recenti, rimane impresso anche l’antico affresco della “Madonna della Bruna con il Bambino benedicente con due dita”, che ha dato anche il nome alla cattedrale. L’affresco risale al periodo della costruzione di questo edificio di culto e ne conserva i tratti caratteristici dell’arte bizantina.
Duomo di Matera, curiosità sulla Madonna della Bruna
La prima delle curiosità sul Duomo di Matera è la sua doppia intestazione. È noto infatti sia come cattedrale di Sant’Eustachio che come cattedrale della Madonna della Bruna di Matera. Il primo è il Santo a cui era stata dedicata questa architettura romanica al tempo della sua costruzione, nel 1200. Il secondo è il nome che le è stato attribuito grazie alla fama dell’affresco della Madonna della Bruna e delle leggende a cui è legato. Secondo alcuni, la Bruna sarebbe una versione moderna del termine altomedievale longobardo brùnja che era la corazza. La Madonna sarebbe quindi vista come una protettrice, quasi come una santa guerriera. Altri studiosi fanno risalire il termine al nome della città giudaica Hebron, dove la Vergine si recò in visita alla cugina Elisabetta.
Leggende e usanze legate alla Madonna della Bruna di Matera
Altri ancora ritengono che questo specifico appellativo della Vergine sia da attribuire al colore del volto della Madonna nell’affresco bizantino. Comunque sia, molte leggende ruotano intorno al culto della Madonna della Bruna di Matera. La più celebre racconta di una giovinetta in visita alla città che chiese un passaggio a un contadino su un carro. Solo arrivata in città rivelò al contadino di essere una messaggera della Vergine, che recava con sé un messaggio: “Così, su un carro addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città”. Altri ritengono invece che l’usanza della Madonna portata sul carro ricordi il saccheggio da parte dei Saraceni che assediavano la città, durante il quale il quadro della Madonna fu portato via proprio su un carro per essere messo in salvo. Quale che sia la motivazione, i materani celebrano la Madonna della Bruna con una processione su un carro da secoli. La prima attestazione della festa risale al 1690. Oggi la festa è preceduta dal novenario, un periodo che va dal 23 giugno al 1 luglio. Il 2 luglio il carro trionfale su cui viene trasportata l’omonima statua viene benedetto dal Vescovo e attraversa le vie della “sua” città.