Sicuramente tra le architetture di origine normanna più caratteristiche d’Italia, la chiesa di San Cataldo a Palermo rappresenta un monumento dalla bellezza particolare. Le cupole rosse che la sormontano sono infatti un raro esempio di arte araba al servizio del potere normanno, nel corso del 1100. Guglielmo I donò, nel 1182, la cappella e il palazzo ai Benedettini di Monreale. In seguito l’edificio fu utilizzato per diversi scopi, anche come ufficio postale, con modifiche che ne hanno alterato anche l’aspetto. Oggi l’edificio si staglia come uno dei più begli esempi di quel melting pot di culture, e quindi di ispirazioni artistiche, che caratterizza il capoluogo siciliano.
La chiesa di San Cataldo a Palermo e le sue cupole rosse
È proprio la mescolanza unica di architettura araba e magnificenza normanna a dare alla Chiesa di San Cataldo a Palermo un aspetto davvero unico nella complessa architettura palermitana. Per secoli oggetto delle dominazioni più disparate, la splendida città siciliana conserva nel suo skyline una serie di edifici che di questo incrocio di storie e di culture sono l’esempio vivente. Tra queste la chiesa di San Cataldo si differenzia per le tre cupole rosse, simbolo dell’arte araba (o mora, come veniva definita all’epoca). Il 1100 fu un momento di particolare incrocio di popolazioni in Sicilia: mentre i mori, appunto, erano ancora presenti sull’isola, questa veniva conquistata dai normanni. La fusione delle due culture, ma anche di altri elementi aggiunti nel corso degli anni successivi, fa sì che l’edificio sia riconoscibile da qualsiasi parte di Palermo.
Per gli orafi di Ellius, la chiesa di San Cataldo di Palermo con le sue cupole rappresenta una sfida. La difficoltà di riportare tutti i dettagli di questa splendida architettura nelle dimensioni dei gioielli in argento artigianali, però, non ci spaventa. Amiamo raccontare le città italiane e internazionali attraverso i loro edifici iconici e la storia che li ha attraversati. Per questo non potevamo che incontrare con piacere la bellezza e l’originalità delle cupole rosse sull’edificio a forma di parallelepipedo. Il contrasto tra le linee spigolose della costruzione e le morbide cupole sulla sommità è rappresentazione viva delle contraddizioni palermitane. Ecco perché, per chi ama la città di Santa Rosalia, la vista di questa piccola riproduzione riempie gli occhi e il cuore. È un esempio lampante di quanto la storia palermitana sia stata e sia ancora ricca e sfaccettata.
Chiesa di San Cataldo di Palermo, l’interno
All’interno dell’edificio la Chiesa di San Cataldo si presenta suddivisa in tre navate corte, quella centrale caratterizzata dalle cupole visibili anche dall’interno. La pianta sembra piuttosto semplice, ma nasconde dei piccoli tesori. Il pavimento in tarsie marmoree e lastre di serpentino e porfido, infatti, è rimasto così come era stato pensato nel XII secolo. La costruzione originale, attribuita a Maione da Bari, ha subito però numerose modifiche nel corso del tempo. Inglobata nelle fabbriche nate in via Maqueda nel 1200, e poi addirittura trasformata in un edificio delle Poste, la chiesa ha ritrovato il suo splendore e la sua unicità con il progetto di ristrutturazione del 1882, ad opera di Giuseppe Patricolo.
A lui si attribuisce la scelta di rivestire le cupole della chiesa di San Cataldo di Palermo con intonaco di colore rosso scuro, che oggi dona la sua unicità all’edificio ma che probabilmente non era presente nel progetto originale. Oggi, nella veste che conosciamo e amiamo, la chiesa di San Cataldo è affidata all’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed è aperta al pubblico. Nel 2015 ha anche ottenuto il prestigioso riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, che ha valorizzato l’intero percorso arabo-normanno che si può ammirare visitando Palermo e dintorni.
Indossare le cupole della chiesa di San Cataldo di Palermo
Quando inseriamo un luogo di culto nella collezione Cupole, scegliamo con cura edifici che raccontino non solo la storia della città, ma anche quella delle persone che la abitano. Così oggi indossare un charm o una collana con la cupola di San Cataldo di Palermo è un segnale per chi ama la città, con le sue mille contraddizioni, i suoi periodi di gloria e di decadenza e sì, anche i falsi storici che la caratterizzano. Abbiamo individuato nella chiesa di San Cataldo uno dei simboli di Palermo ma soprattutto dell’incontro tra oriente e occidente.
Che sia simile o anche solo ispirata al progetto originario, l’attuale architettura di San Cataldo e delle sue tre cupole rosse è il testamento di una città capace di cambiare mille volti e rimanere sempre sé stessa. Qui si sono succeduti regni e dominazioni, culture e tradizioni e loro relative ispirazioni architettoniche. Ma il popolo siciliano ha saputo accogliere questi cambiamenti e tutt’oggi ne va fiero, mostrando orgogliosamente le sue origini nella mescolanza di tradizioni, edifici, profumi e sapori. Una terra unica, come chi la abita e la ama e sceglie di portarla con sé anche dopo averla lasciata. Magari indossandola in una collana che rimane vicina al cuore.