La storia del Santuario di Tindari è un crocevia di testimonianze, leggende e pura devozione. In questo spettacolare angolo della Sicilia, che da un promontorio dei Monti Nebrodi guarda ai laghetti di Marinello e alla loro riserva naturale, si trova una delle opere d’arte più belle ed enigmatiche della cultura bizantina: la Madonna nera di Tindari. Attorno a questa statua si costruisce il fascino che questo luogo esercita su tutti i pellegrini della Sicilia orientale e non solo. Scopriamo come è nato a Tindari il Santuario e quali vicende ha vissuto questo luogo di culto che ha ispirato alcuni gioielli della nostra collezione Cupole.
La leggenda della Madonna di Tindari
Secondo la tradizione, la statua della Madonna di Tindari faceva parte di un carico di una nave intenta a salvare le opere sacre dalla furia iconoclasta che imperversava in Oriente, intorno all’ottavo secolo dopo Cristo. Rimasta bloccata nella baia di Tindari, la nave non poteva ripartire a causa del mare grosso, così i marinai cominciarono a liberarla dei suoi fardelli più pesanti. Solo quando portarono a riva la statua della Madonna nera di Tindari, il mare si calmò per permettere loro di ripartire.
Da qui è nata sulla spiaggia della Madonna di Tindari la leggenda secondo cui la Vergine aveva scelto proprio questo luogo per l’edificazione di un luogo di culto a Lei dedicato. Per questo venne costruito sulla baia a picco sul mare un primo Santuario di Tindari che però non si salvò dalla devastazione del 1500. Come molte altre opere, la chiesa venne abbattuta per far posto a nuovi edifici arabi, ma la Madonna nera di Tindari rimase al suo posto, a vegliare su fedeli e infedeli. Nel 1598 il Santuario di Tindari venne ricostruito, anche grazie alla volontà del vescovo di Patti.
Com’è oggi il Santuario della Madonna di Tindari
Dopo numerose vicissitudini, che lo hanno visto anche protagonista della Seconda Guerra Mondiale, oggi il Santuario di Tindari è considerato una Basilica minore e porta con sé i segni delle diverse epoche attraversate. Rivolto a occidente, domina il promontorio con il suo aspetto barocco, testimone della ricostruzione del XVI secolo e del successivo ampliamento postbellico. Il suo gioiello più prezioso, incastonato in un maestoso altare, è proprio la Madonna nera di Tindari, la statua bizantina ancora oggi oggetto di culto e di pellegrinaggi che si svolgono nel mese di settembre.
L’aspetto morbido, adagiato sul promontorio, del Santuario della Madonna di Tindari non deve trarre in inganno: raggiungere l’amata Madonna nera è un pellegrinaggio irto di ostacoli. Da tutta la Sicilia e da tutto il mondo arrivano pellegrini che si inerpicano sulla “coda di volpe”, lo stretto e tortuoso sentiero che serpeggia fino all’ingresso del Santuario. A riprova che la fede è costantemente sottoposta a prove, come quella che narra la leggenda della Madonna nera di Tindari.
La Madonna di Tindari perché è nera?
Molti, quando si trovano davanti alla celebre statua, si chiedono: la Madonna di Tindari perché è nera? La risposta si trova nella leggenda della costruzione del Santuario di Tindari: la nave carica di opere d’arte religiose arrivava dal lontano oriente, e la statua in scurissimo legno di cedro era una di queste. Eppure, proprio il culto della Madonna nera di Tindari nasce da un episodio di velato razzismo.
Si dice che una donna, la cui figlia era molto malata, avesse fatto un lungo pellegrinaggio per chiedere la grazia alla Madonna. Ma vedendo la pelle scura della Vergine fosse rimasta delusa, e pronunciando una frase blasfema (Ho fatto tutta questa strada per vedere una più brutta di me) fosse uscita furibonda dalla chiesa. Proprio in quel momento la bambina cadde dalle braccia della madre finendo in mare. In quel momento un lembo di sabbia formò la spiaggia della Madonna di Tindari, secondo la leggenda creando i laghetti di Marinello e permettendo ad alcuni pescatori di individuare e salvare la bambina. Finalmente convinta che quella statua rappresentasse veramente la Vergine col bambino, la donna rientrò in chiesa chiedendo perdono in ginocchio.
I gioielli di Tindari con il Santuario della Madonna nera
Oggi i gioielli da donna che riproducono il Santuario di Tindari ricordano da vicino tutte le sfaccettature di questo luogo di culto. Il charm per bracciale, gli orecchini, l’anello minimal e quello classico ricordano la cupola del Santuario con le pietre bianche e gialle che brillano come se fossero sotto il sole siciliano. Ma questi bijoux non sono legati solo alla bellezza barocca della chiesa. Rappresentano anche un forte legame con la Madonna nera di Tindari e con la leggenda ad essa legata.
Nella collana Rosario la riproduzione del Santuario della Madonna di Tindari è accostata ai grani sacri per i devoti alla Vergine. Indossare questo bijoux è una dichiarazione di fede. Quella che la donna della leggenda non aveva voluto concedere e che, dopo il miracolo della Madonna nera, si è fatta più radicata e forte nella cultura siciliana. E che ricorda di non guardare alle apparenze, ma di aprire il cuore alla spiritualità.